FAQ

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Domande frequenti

La mia esperienza in politica è iniziata 5 anni fa, quando ho deciso di candidarmi a sindaco di Assisi, spinta e supportata da un movimento civico. Prima di allora ero nel mondo del volontariato, dell’associazionismo, dei comitati in difesa dell’ambiente e dei diritti.
Nel marzo 2016 abbiamo creato un progetto civico, una piattaforma aperta alle migliori energie della città e la mia candidatura, come quella dei candidati consiglieri, è stata un gesto-segno che ha dimostrato come la buona politica può partire anche dalle capacità e dalle competenze della società civile. Dopo 5 anni di amministrazione di una città straordinaria come la nostra, posso mettere a servizio la consapevolezza, la forza e la competenza nella continuità che il momento presente esige per la vera rinascita di Assisi.
Prima di diventare sindaco di Assisi, l'ambiente e la sostenibilità erano per me motivo di vita e di lavoro. Di lavoro perché ero professoressa universitaria, ricercatrice, fondatrice di start up e di società di ingegneria dal 2000, con l’obiettivo di far virare le aziende e gli enti verso la sostenibilità e la green economy e di divulgare i principi di custodia del creato e difesa dell’ambiente come nuovo paradigma di sviluppo economico e sociale. L’ambiente e lo sviluppo sostenibile erano per me anche un valore-guida, motivo di vita e di tanto volontariato in molti ambiti, dalla didattica nelle scuole di ogni ordine e grado agli ambiti sociali e al mondo cattolico e interreligioso, dalle associazioni ai convegni in consessi nazionali ed internazionali. Mi sono impegnata per anni nella lotta al cambiamento climatico e per la giustizia sociale, nel far capire che ascoltare “il grido della terra e il grido dei poveri” sia un dovere di tutti noi, di ogni singola persona perché i cambiamenti climatici e l'inquinamento ambientale distruggono la vita dei più poveri e partono dalle società più ricche.
Sin dalla mia tesi di laurea ho iniziato a lavorare per la sostenibilità, la riduzione del consumo di energia e dell'inquinamento ambientale con lo sguardo rivolto anche all’emancipazione dei più poveri, non solo nel nostro paese ma nel mondo. Tra le mie esperienze di maggiore rilievo alle Nazioni Unite dove sono stata inserita nell’IPCC, ente consultivo delle Nazioni Unite e dei governi internazionali. Ho contribuito alla redazione del V rapporto quadro sui cambiamenti climatici, sono stata invitata alle Nazioni Unite dal 2006 come relatore in eventi in cui ho presentato i miei lavori di ricerca. Sono stata anche consulente per la Banca Asiatica e il comune di Pechino in merito ai mercati ambientali, ho lavorato alla sostenibilità ambientale di Expo 2015, sono responsabile sin dal 2012 del trasferimento tecnologico e dell’innovazione del laboratorio Piramide sull’Everest gioiello della ricerca italiana nel mondo dove si studia il cambiamento climatico. Ho scritto e vinto progetti europei sulla mitigazione dei cambiamenti climatici portando fondi europei ad aziende ed enti umbri e nazionali, nel mentre, da docente universitaria, avevo all’attivo oltre 60 pubblicazioni scientifiche internazionali e gestivo numerosi progetti di ricerca. Come professionista le mie società di ingegneria attive dal 2000 sono state tra le primissime in Italia ad intraprendere campi di progettazione come l’energia sostenibile, le smart grid, il ciclo di vita dei prodotti “dalla culla alla tomba”, la impronta ambientale dei prodotti e degli eventi, i mercati ambientali.
Oltre mio lavoro, il volontariato è stato per me importantissimo: da quando avevo 14 anni sono nell’ambito delle proloco che mi hanno vista anche come coordinatrice locale di tante associazioni. L’impegno ambientalista e per i diritti mi ha resa attiva nei comitati a difesa dei cittadini e dei territori. Il mio contributo è stato fattivo anche in ambiti ecclesiali, a livello locale e nazionale, sui temi della custodia del creato e della giustizia sociale, sin dal 2005, con pubblicazioni, convegni, partecipazione attiva in commissioni per la pastorale sociale ed altri enti ecclesiali. Tutto questo è diventato, dal momento della mia elezione, esclusivo servizio alla Città di Assisi e ai suoi cittadini: da giugno 2016 ho infatti lasciato ogni mia attività lavorativa, per dedicarmi esclusivamente, 24 ore su 24 ogni giorno, ad Assisi e agli Assisani.
La mia laurea in ingegneria meccanica energetica mi ha portato a lavorare sempre in ambiti per definizione maschili, dalla gestione di società di ingegneria alle aziende, dai campi di progettazione impiantistica alla ricerca e all’innovazione tecnologica. Ed in questi ambiti, ho cercato di portare il genio femminile, riuscendoci con successo e senza ostacoli. Nella politica e nella società, invece, molta strada deve essere ancora fatta. Se vogliamo puntare su uno sviluppo duraturo, se vogliamo davvero valorizzare la famiglia, aiutare concretamente la natalità, i bambini, i giovani, insomma il futuro delle nostre città e del nostro Paese, dobbiamo puntare sulle donne. Il nostro ruolo DEVE avere di pari dignità, permettendoci di mantenere il ruolo irrinunciabile all’interno della famiglia, come madri e mogli, figlie e sorelle, come persone che si prendono cura dell’altro, ma dandoci al contempo la possibilità di dare il nostro contributo alla società, nel mondo del lavoro, della ricerca, della politica. La presenza delle donne deve essere valorizzata soprattutto nella politica. Come prima donna sindaco della città di Assisi ho potuto valutare quanto ancora siano poche le donne che rivestono ruoli apicali nella scena politica e in molti altri ambiti. Siamo invece indispensabili per apportare una visione nuova, innovativa, di relazione, di cura e attenzione, di forza e capacità multidisciplinare, per promuovere una democrazia egualitaria e migliorare la capacità di governo di processi e progetti.
Nel 2016 ho deciso di candidarmi a sindaco di Assisi a seguito di un movimento civico e della richiesta di tanti cittadini che sono venuti a cercarmi, vedendo nella mia figura di donna, senza tessere di partito, impegnata nel lavoro, nella società, nel volontariato, nelle battaglie civiche per l'ambiente e la difesa dei più deboli, una figura che potesse rappresentare la società civile nel servizio alla Città. A seguito di questa “chiamata” mi sono sentita motivata a incoraggiare le cittadine e i cittadini, con le loro competenze, i loro talenti, le loro capacità, a mettersi al servizio della comunità e a avere il coraggio di impegnarsi in politica per il bene comune. Nel 2016 siamo stati apri-pista per la società civile in politica, ed oggi, dopo aver governato nei 5 anni più difficili della storia di Assisi dal dopoguerra, siamo di nuovo qui con la consapevolezza e la forza che ci permetteranno di far rinascere Assisi ancora una volta, insieme alle nostre concittadine e ai nostri concittatidini.
Certamente no! Il progetto di rinnovamento di Assisi, di miglioramento, di innovazione nel rispetto del suo carisma, iniziato 5 anni fa, ha bisogno di più tempo per essere realizzato. Avremmo voluto anni senza terremoto e pandemia. Avremmo voluto raggiungere uno per uno i 28.350 cittadini del comune, casa per casa. Questo però è stato umanamente impossibile. Ce l’abbiamo messa tutta, insieme agli assessori, ai consiglieri, ai nostri amici e sostenitori che non ci hanno mai lasciato soli, non abbiamo risparmiato nessuna energia, lasciando indietro solo i nostri interessi personali per dedicarci esclusivamente all’interesse pubblico. Ci sono state fatiche, e sofferenze: senza pari e soprattutto quella di confrontarsi con le famiglie distrutte dal dolore per la perdita dei propri cari per il Covid. Ma anche per loro, per tutti coloro che hanno sofferto di più in questa emergenza senza pari, noi ci siamo ancora, con la forza di aver amministrato Assisi anche in emergenza, sappiamo che ora potremo garantire la crescita e la ripresa, sempre mantenendoci vicini a ciascuno, dando priorità proprio a chi è più debole e più ha bisogno, come abbiamo fatto in questi 5 anni. Per questo mi ricandido, un mandato è poco per realizzare tutto quello di cui ha bisogno questa nostra città speciale, dal centro storico alle frazioni, senza periferie! Una città a due dimensioni, che accoglie il mondo e rilancia messaggi nel mondo e che si estende su un territorio vastissimo che deve essere tutto curato e servito, che va rigenerato e accudito, in cui gli anziani, i bambini, i fragili, le famiglie, le donne, i giovani ricoprano finalmente e definitivamente il ruolo da protagonisti che gli spetta! Una città che doveva recuperare troppi anni di scarsa cura ed attenzione ai bisogni anche primari dei cittadini, e che per essere esempio per il mondo deve innanzitutto essere concretamente conforme ai valori che vuole trasmettere. Proprio per questo non possiamo essere soddisfatti di questi 5 anni, troppo pochi per stabilizzare il cambiamento che abbiamo portato e che stiamo continuando a portare, perché c’è bisogno di fare di più, ci vogliono altri 5 anni anche per mettere a frutto le capacità e le competenze acquisite in questi anni di conoscenza della complessa macchina amministrativa, anni di immersione totale in cui ci siamo adoperati al massimo e oggi abbiamo una sola ambizione: continuare a farlo, in spirito di servizio totale, con umiltà e abnegazione, come sempre fatto in questa passata amministrazione. Non mi sembrano in ordine però visto che ho spaccato le sue risposte lascerei il mondo come sta
Assolutamente sì. Assisi merita un’amministrazione che prosegua, con la forza della continuità e dell'esperienza acquisite, con decisione e fiducia nella costruzione del futuro. Con la concretezza della continuità, sulle fondamenta di quanto abbiamo già realizzato e che è sotto gli occhi di tutti, possiamo lanciare Assisi verso quello straordinario evento che sarà l'ottavo centenario del Transito di San Francesco d'Assisi, preceduto dal Giubileo del 2025. Per la nostra amministrazione è concretamente possibile fare di più perché, dopo la crisi, abbiamo di fronte un periodo di rinascita, di risorse che arriveranno e che saranno gestite con consapevolezza e non con improvvisazione, di progetti che abbiamo preparato respirando ed essendo immersi per 5 anni nei bisogni, nelle necessità, nelle aspettative di Assisi.
Tra 5 anni vedo un’Assisi rinnovata. La vedo dopo un passaggio culturale, quello del 2026, che ha un valore nel cuore e nella mente di ogni assisano o assisana, piccolo o grande che sia. La vedo rinnovata in tutto il suo splendore, nel suo patrimonio architettonico, paesaggistico, artistico e culturale, unita e forte con tutto il suo territorio, centro storico e frazioni dove non esistono periferie, perché è la strada che concretamente abbiamo già intrapreso. Vedo una Assisi che continua a crescere, anche demograficamente, come ha fatto in questi 5 anni in cui, in maniera anticiclica, sempre più persone e famiglie scelgono Assisi per vivere: segno evidente di una qualità della vita che è sinonimo anche di sviluppo economico e sociale. Vedo una Assisi dove cominciano a tornare gli insediamenti aziendali di altissima qualità (due nuove aziende solo nel 2020 nella zona industriale di Santa Maria degli Angeli), con la creazione di posti di lavoro diretti e nell’indotto. Vedo una Assisi capitale internazionale dell’ecologia, apripista nella raccolta differenziata con la tariffa puntuale per cui “chi più inquina più paga”, nel risparmio energetico, nella riduzione del consumo di suolo. Vedo una Assisi che diventa una comunità energetica in cui si usano le energie rinnovabili integrate nell’architettura. Vedo una Assisi dove famiglie, bambini e anziani hanno strutture dedicate a ogni loro bisogno, dove nascono sempre più bambini perché ci sono servizi e politiche per la genitorialità, dove tutti contribuiscono a creare una comunità educante.
Abbiamo dimostrato in 5 anni che si può essere attenti ai bisogni concreti e nel contempo si può far vivere Assisi con il suo respiro internazionale. La nostra concretezza sta nelle strade riqualificate, nella pubblica illuminazione resa efficiente e portata dove serve, nelle reti dell’acquedotto e delle fognature, troppo spesso assenti dalle nostre frazioni, nelle importanti opere pubbliche e infrastrutturali realizzate. Ma in questi anni abbiamo avuto il massimo storico delle presenze turistiche (1,2 milioni nel 2019), e abbiamo gestito tra i più grandi eventi di respiro internazionale che Assisi ricordi, tra centenari, visite del Santo Padre ed ospiti internazionali, con sempre maggiori richieste di sicurezza; abbiamo intessuto relazioni internazionali con le Città gemellate, e siamo stati presenti nelle grandi sfide del dialogo internazionale per la pace, con risultati che hanno dato concrete risposte per la Pace, come la mozione Assisi. Abbiamo valorizzato l’appartenenza al patrimonio mondiale dell’UNESCO aumentandone la visibilità a livello mediatico e cercando di intercettare fondi e finanziamenti per il mantenimento e la riqualificazione del patrimonio, avviando opere attese da anni come la ristrutturazione degli attrattori culturali (Rocca maggiore, Teatro Metastasio, Torre del capitano del Popolo, Palazzetto del Capitano del Perdono, palazzo Vallemani….). In questi 5 anni siamo diventati la capitale di una nuova economia oltreché la capitale dell’ecologia nei fatti, grazie a papa Francesco – che ha fatto di Assisi una città-messaggio- arrivato per ben tre volte, evento storico in un solo mandato, fino a firmare l’enciclica Fratelli Tutti proprio nella nostra Città. Dopo queste prove, è il momento della fiducia, dello slancio, del rinnovamento, della rinascita.
La prima difficoltà è stata sicuramente la mancanza di esperienza nel guidare un ente pubblico complesso come quello del comune di Assisi. Un comune che si deve raffrontare con i suoi 200 chilometri quadrati, con le sue 20 frazioni, con sfide complesse, ma anche con il suo respiro internazionale di patrimonio mondiale dell’umanità. Quindi la prima sfida è stata calarsi nella macchina amministrativa da forze civiche e poterla guidare e amministrare. Quasi subito è arrivato il sisma del 2016, che pur non avendo lasciato troppi danni fisici grazie alla ricostruzione dopo il sisma 1997 ha avuto un effetto immediato sull’economia, sul turismo e sulla filiera ad esso legata. Il 2017 è stato un anno “anestetizzato”, Assisi divenne "l’epicentro del danno indiretto" con effetti pesanti sull’economia. Poi la ripresa decisa e forte, con il 2018 e il 2019 che sono stati anni straordinari: in questi due anni è stato registrato il valore più alto per numero di presenze turistiche nella storia di Assisi, eventi di caratura internazionale, visibilità mediatica e attenzione mondiale. Poi il 2020, la sfida della pandemia, rinascendo da quelle che sono le nostre ceneri proprio come l’araba fenice. In questi prossimi 5 anni, grazie anche ai tanti fondi pubblici già intercettati per Assisi e ai fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, faremo di questa crisi la rampa di lancio per la rinascita di Assisi.
Il nostro stile di politica non è stato mai quello di criticare il passato, facendone la scusa per non fare nulla, ma di prendere il buono da chiunque ci avesse preceduto, con l’umiltà di dire che, 5 anni fa, siamo arrivati a governare Assisi senza nessuna esperienza politica. Pur tuttavia occorre guardare con occhi sinceri la realtà. La macchina comunale, lasciata dalle precedenti amministrazioni, aveva dei grandi e gravi problemi, tuttora in corso di risoluzione. Non era più stata fatta una campagna di assunzioni attraverso concorsi: l’ultimo che si ricordi era del 2009 - ben sette anni prima del nostro ingresso. Il Comune era diviso e distante dalle altre importanti realtà “istituzionali” della città, irrinunciabili e preziose, identitarie dal punto di vista valoriale e imprescindibili per la sua vita sociale, economica e culturale, quali le realtà francescane e religiose. Abbiamo ripreso le fila di ogni relazione rapporto istituzionale, cercando di valorizzare i carismi e l’identità di Assisi, nella logica dell’unità.
Nel 2016 i consigli comunali venivano frequentati da pochissime persone, c’era un oggettivo problema di mancanza di trasparenza: noi abbiamo portato la trasparenza totale, lo streaming dei consigli comunali, l’accesso civico, la pubblicazione di qualsiasi opera o progetto che, seppur privato, abbia una rilevanza per la cittadinanza. C’era un problema oggettivo di scarsa possibilità di partecipazione dei cittadini alla vita politica: abbiamo istituito gli incontri in ogni frazione oltre 100 assemblee in questi anni, il bilancio partecipato, il regolamento dei beni comuni. Abbiamo rimesso a posto tutti gli atti riguardanti le associazioni, rendendo possibile a tutti la fruizione del patrimonio pubblico con regole certe e chiare, svincolate da logiche diverse. Abbiamo lavorato sulla trasparenza degli atti amministrativi, mettendo sempre al centro le richieste dei cittadini ed ora, con la digitalizzazione degli archivi in corso, tutto sarà ancora più accessibile con la semplicità di un click.
Una innovazione politica caratterizzante per noi è stata quella di trattare tutti e sempre nello stesso modo, di mettere tutti sullo stesso piano, dando dignità a ogni richiesta e necessità della comunità sia che provenga dalla frazione più piccola come dalla importante Istituzione. Sono stata sempre profondamente convinta che le segnalazioni e le richieste dei cittadini siano nella stragrande maggioranza motivate e che bisogna attivarsi concretamente per risolvere ognuna, e anche le critiche che ci giungono hanno un fondamento, vanno sempre analizzate e devono essere trattate, approfondite e risolte. Abbiamo voluto mettere i cittadini al centro, non la politica: o meglio, questo è stato il nostro stile di fare politica, dalla parte dei cittadini, sempre! In questi 5 anni abbiamo voluto rendere sempre di più l’amministrazione cittadinocentrica ed ora, nonostante il momento di difficoltà, stiamo raccogliendo i primi frutti di questa visione. Quello che diciamo al personale, agli straordinari collaboratori che abbiamo in Comune a tutti i livelli, è che non siamo noi, gli amministratori, i loro “datori di lavoro”, bensì lo sono il cittadino o la cittadina, la persona che si rivolge al servizio del Comune. Questa è stata la sfida principale di cambiamento della nostra politica civica e nella macchina comunale, un cambiamento di paradigma: dare priorità al cittadino e alle sue esigenze e necessità, sempre.
Assisi ha un potenziale straordinario, c’è qualcosa di vero, atavico e profondo nella personalità di ogni assisano che si esprime, una volta all’anno, in quelle che sono le feste storiche. Il Calendimaggio, la Festa dei Rioni con il Palio del Cupolone: hanno superato la pandemia e ora rinasceranno più forti, con la loro dirompente forza sociale. In questo tempo di fermo forzato abbiamo cercato, insieme all’Ente Calendimaggio e alle Parti, di valorizzare e tener viva la Festa andando a creare le condizioni affinché riparta al meglio. Abbiamo cercato intanto di dare risposte a problemi antichi, cercando soluzioni strategiche per le sedi, per il rimessaggio, interloquendo con il Ministero della Cultura per una valorizzazione sempre maggiore di questo capitale immateriale che è assisano ma è anche mondiale. La valorizzazione della festa di Calendimaggio durante tutto l’anno -grazie alla collaborazione delle Parti, dei Partaioli e dell’Ente- sono segnali che ci mostrano una festa viva e con una gran voglia di fare e di tornare. L’obiettivo è quello di far vivere e far arrivare, anche grazie alle nuove tecnologie, queste emozioni a tutti gli amici di Assisi nel mondo. Come il Calendimaggio, sogno identitario e irrinunciabile di Assisi, “J’Angeli 800” il Palio del Cupolone, la Festa dei Rioni, che ha fatto riscoprire Santa Maria degli Angeli come un luogo con un passato identitario forte e ancora vivo. Anche per questa festa, per questo movimento della società civile, la pandemia ha significato grandi sacrifici, ma la voglia di ripartenza è tale e tanta che ci sarà un salto in avanti anche per questa manifestazione alla quale, come per il Calendimaggio, l’amministrazione comunale ha dimostrato di credere fortemente investendo risorse, energie, relazioni e progetti strategici concreti che guardano al futuro. Queste feste sono momenti di vita sociale identitari che ci fanno “nani sulle spalle dei giganti” del passato e della storia ai quali si richiamano.
Sempre più convinta, dopo questi anni di esperienza politica, che il civismo sia la forma più generosa, giusta e altruista di fare politica. Posso dire di aver ripreso, dopo anni di isolamento che ci hanno preceduto, i rapporti con le istituzioni a livello nazionale e regionale, fino a quelli territoriali (mi riferisco ai rapporti con gli altri comuni limitrofi e non) nella logica della collaborazione, del fare rete, dell’unione con il territorio che fa la forza per ogni città. In questi 5 anni abbiamo sempre teso la mano alle altre realtà istituzionali territoriali, alle altre città, alla Regione, alle istituzioni nazionali in un’ottica di rete, di sistema imprescindibile, ove Assisi può farsi portavoce di scelte strategiche. Una tra tutte, a titolo indicativo, il Parco del Monte Subasio: attraverso la collaborazione con istituzione regionali e i Comuni che afferiscono al Parco, abbiamo raggiunto l’obiettivo di riprendere in gestione questa realtà che era stata completamente abbandonata. L'associazione dei Comuni -che vede Assisi come capofila- diventerà dal primo luglio l’ente gestore del sistema Parco del Subasio. Ci riappropriamo di un bene del territorio, sito naturalistico sito di interesse comunitario, all’interno del quale vi sono luoghi preziosi come l’Eremo delle Carceri, l’Abbazia di San Benedetto. Abbiamo combattuto l'isolamento che ci siamo trovati a scontare con la più ampia e totale collaborazione. Perché l’unione fra la forza anche fra istituzioni.
Se fossi stata sola non sarei potuta rimanere neanche una settimana all’interno del comune di Assisi. Se fossi stata sola, non sarei qui in questo momento: non ci sarei potuta arrivare senza l’aiuto della mia squadra, a partire dalla giunta e da tutti i consiglieri di maggioranza, per arrivare alle liste civiche e ai partiti che, con la loro gente, ci sono stati in questi anni e ci sono, ora più che mai. Non sono sola perché c’è una squadra che 5 anni fa ha creduto nella mia candidatura e ora più di allora crede nel progetto civico di cui Assisi ha bisogno, di innovazione nella continuità, di ambizione e coraggio verso le sfide del futuro che ci attende e che possiamo ora costruire. Questa non è la mia candidatura, è la nostra candidatura. Perché noi siamo in grado di garantire visione e concretezza, siamo ancora noi il futuro di Assisi!

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